
In questi giorni difficili tutto il nord Italia è in sofferenza. Scuole chiuse, eventi annullati sono solo alcune delle doverose misure giustamente prese. Bambini e insegnanti non possono ancora tornare alla loro quotidianità e ci si è attivati con formazione a distanza e didattica online…ma come la vivono? Gli insegnanti come si sentono? Che dire, gli insegnanti sono lucidamente preoccupati e razionalmente malinconici…siamo docenti ma siamo anche educatori e quello che si crea spesso nelle classi di scuola primaria é una piccola grande famiglia. Insomma ci manca la nostra seconda casa. E gli alunni? Sicuramente anche per loro la maestra e il maestro sono un po’ parenti: “Non ci stiamo piú vedendo e non ci siamo neanche salutati” sicuramente penseranno. Poi per il resto avranno certamente una gran confusione, fatichiamo a capirla noi adulti questa condizione! Probabilmente avranno vissuto la prima settimana di stop inaspettato come una vacanza ma ora? Ecco forse adesso iniziano a preoccuparsi anche loro, che da sempre ci insegnano l’ottimismo e la positività. Allora che fare? Personalmente nel caos io ho una sola certezza: non voglio far sentire ai miei alunni la mancanza né di una didattica divertente né del mio contributo al loro supporto emotivo. Per questo ho lavorato incessantemente ed ho creato una delle mie storie matematiche pensata per loro e studiata sia nella trama che nel messaggio appositamente per questo delicato nostro periodo. Perché si sentano un pochino a scuola, perché abbiano la forza di trovare della normalità in questa situazione, perché ci si senta parte di una rete. Ma visto che un’altra rete in cui credo molto é quella tra docenti, ho pensato di condividere con chi mi legge e ne senta la necessitâ il mio racconto, ovviamente gratuitamente. Siamo o non siamo una famiglia?