Il tangram (七巧板S, qī qiǎo bǎnP) è un gioco rompicapo cinese. È costituito da sette tavolette (dette tan) inizialmente disposte a formare un quadrato.
I sette tan sono due triangoli rettangoli grandi, un triangolo rettangolo medio e due piccoli, un quadrato ed un parallelogramma. Lo scopo del puzzle è quello di formare una figura utilizzando tutti i pezzi senza sovrapposizioni.
La leggenda all’origine di questo gioco narra che un monaco donò ad un suo discepolo un quadrato di porcellana e un pennello. Portandolo in giro per il mondo l’allievo doveva rappresentare su di esso attraverso i colori le bellezze che incontrava. Sfortunatamente il quadrato cadde e il discepolo si trovò con 7 pezzi separati, capì però che anche con quelli poteva rappresentare il mondo al meglio, l’importante era saperli accostare tra di loro nel modo giusto. Nacque così il gioco che si è tramandato fino ad oggi.
Il gioco si diffuse in Occidente all’inizio dell’800 quando si intensificarono i rapporti commerciali con la Cina.
Si racconta che Napoleone Bonaparte divenne un appassionato giocatore di Tangram durante il suo esilio nell’isola di Sant’Elena.
A partire dalle sette forme che lo compongono, è possibile costruire una serie di figure attraverso la loro traslazione, rotazione e ribaltamento. Il Tangram sviluppa l’immaginazione e la fantasia per creare figure e sagome di uomini, animali o case; si possono inventare anche figure nuove. E’ un importante esercizio di concentrazione e conoscenza delle forme geometriche, la loro visione e composizione nello spazio, e può essere usato nelle scuole inserendolo nella programmazione didattica di geometria e delle altre discipline.
Iniziamo dal primo aspetto, quello più evidente: favorisce la creatività e l’immaginazione! Lo scoglio che il bambino deve superare di fronte alle fredde e asettiche tesserine del tangram per assemblarle e per creare figure e sagome di uomini, animali o case, è importante per sviluppare le sue capacità immaginative.
Il tangram poi contribuisce al raggiungimento degli obiettivi che riguardano la conoscenza della geometria: il riconoscimento delle figure geometriche e la loro visione e composizione nello spazio, gli accostamenti e la sperimentazione delle molteplici possibilità compositive!
È presto detto: l’uso del Tangram richiede capacità di osservazione, di semplificazione e stilizzazione delle forme conosciute, di riconoscimento di simmetrie e moduli… insomma è un compito che richiede una notevole intelligenza visiva. Permette inoltre di sperimentare concretamente i concetti di superficie e equiestensione.
Il Tangram è un ottimo strumento anche per la didattica a distanza, come?
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Sitografia, per approfondimenti
https://zebrart.it/giochi-per-bambini-da-fare-in-casa-o-a-scuola-il-tangram/
https://www.didatticarte.it/Blog/?p=397
https://istruzioneblog.com/2018/09/24/geometria-con-il-tangram-work-in-pr