Post in evidenza

Chi sono

Insegnante di scuola primaria, specializzata in didattica inclusiva, mi chiamo Valeria Razzini, ho un passato da educatore e formatore come docente di Comunicazione. Ho conseguito la seconda Laurea in Scienze della formazione primaria presso l’Università di Reggio Emilia (luogo che mi è rimasto nel cuore) e la specializzazione in Disturbi Specifici dell’apprendimento.

Ho pubblicato con Erickson i libri “Una matematica da favola” vol. 1 e 2, la collana “I misteri matematici di Villa Tenebra” , con Giuseppina Gentili il libro “Matematica con il POP-IT” e collaboro con Rizzoli Education per i sussidiari Fabbri – Erickson.

Ah…dimenticavo a cosa più importante!

Sono una maestra di matematica.

https://www.erickson.it/it/autori/valeria-razzini

I MIEI LIBRI

Una matematica da favola - Livello 1 - Scuola Prim - Libri - Erickson


UNA MATEMATICA DA FAVOLA

Un innovativo metodo di studio per insegnare la matematica come una avvincente storia di narrativa
Fin dai primi anni della scuola primarial’apprendimento della matematica pone i bambini di fronte ad alcune difficoltà che, se trascurate, possono portare a una serie di fallimenti e insuccessi che determinano perdita di autostima e totale disamore nei confronti della materia.

La narrazione
Una matematica da favola propone una strada alternativa per aggirare tali ostacoli: la narrazione. I bambini amano ascoltare le storie, soprattutto se i protagonisti sono principi, maghi o ragazzini come loro. Il metodo della NarrAzione didattica si basa sull’esperienza quotidiana di un’insegnante-formatrice con un sogno: trovare un metodo checatturi l’attenzione degli alunni, un metodo declinato in modo eterogeneo tanto da essere adatto a tutti, dai più coraggiosi ai più fragili.

Alleniamoci e Metticela tutta
Il metodo considera la narrazione la chiave d’accesso che permette all’insegnante di entrare in comunicazione con la classe; la fase di preparazione e l’allenamento consentono esercizi di consolidamento per tutti, inclusi gli alunni con Disturbi Specifici di Apprendimento e Bisogni Educativi Speciali. Nelle schede Alleniamoci si troveranno dunque esercizi basilari, in cui l’obiettivo primario dell’unità didattica viene allenato seguendo il principio vygotskijano della zona di crescita prossimale: il livello precedente di sviluppo, consolidato e reso fondamenta grazie alla fase di preparazione, si sposta verso lo sviluppo potenziale. Per questo motivo non è opportuno prescindere dalle schede Alleniamoci, prima di aver valutato le schede Metticela tutta, molto importanti perché permettono all’insegnante di raggiungere un obiettivo spesso difficoltoso: l’inclusione.

I MISTERI MATEMATICI DI VILLA TENEBRA

Una serie di Quaderni Operativi per la scuola primaria misteriosi e accattivanti per imparare la matematica divertendosi! I simpatici personaggi della collana, paurosi ma non troppo, accompagnano il bambino in un percorso coinvolgente, capace di motivarlo nell’apprendimento della matematica fin dalla classe prima. 

Molte avventure aspettano i bambini per risolvere esercizi di consolidamento e ripasso sugli argomenti di matematica della scuola primaria.

Vuoi iscriverti al blog per ricevere tutti gli aggiornamenti direttamente nella tua casella di posta?

Inserisci la tua mail qui sotto.

Pubblicità

Pronti per la festa della matematica!

 Il Pi Greco Day si celebra ogni anno il 14 marzo perché nel sistema anglosassone la data si scrive 03/14, come le prime tre cifre del Pi Greco. Dal 2020 – come ormai sapete – la ricorrenza coincide con la Giornata Internazionale della Matematica e tra le varie iniziative sparse per il globo, senza valicare i confini dell’Italia, degna di segnalazione in particolare la presenza di un portale italiano dedicato appunto al PI Day (https://www.piday.it/) .

Sul blog celebriamo ogni anno questa importantissima giornata con un articolo dedicato, se vi siete persi quelli degli scorsi anni, ecco i link per raggiungerli:

Quest’anno potevano mancare risorse gratuite?? Ma certo che no! Ve le presento:

  • iniziamo con una SCHEDA DA FARE INCOLLARE SUL QUADERNO E COLORARE;

  • proseguiamo con una SCHEDA – ATTIVITA’ che accompagnerà i bambini alla scoperta di Pi.

Vi piacciono?

Spero possano aiutarvi ad accompagnare i vostri bambini all’interno del meraviglioso irrazionale viaggio che è Pi!

Buona festa a noi anime matematiche!!!!

La scienza: un gioco da ragazze

In questi giorni si celebra come ogni anno la GIORNATA MONDIALE DELLE DONNE NELLA SCIENZA; giornata in cui vale certamente la pena ricordare le donne che hanno cambiato le sorti della scienza nel mondo e dare coraggio alle ragazze e alle donne che le cambieranno. Ma le donne che hanno fatto la storia della scienza non vanno ricordate solo nel mese di Febbraio, vanno celebrate tutto l’anno cogliendo come occasioni i loro compleanni o gli anniversari delle loro scoperte.

Per questo motivo ho preparato e metto a disposizione – come sempre gratuitamente – per voi, sei schede, una per ognuna delle scienziate che ho individuato tra le più influenti nei loro ambiti, con lo scopo di aiutarvi a ricordarle con i vostri bambini certamente in questi giorni, ma anche durante il corso dell’anno.

Perchè instillare la giusta dose di GIRL POWER nelle bambine e nei bambini è una vera e propria iniezione di salute per il nostro pianeta!

Matematica scoppiettante!

Come ogni anno manca poco ai consueti festeggiamenti per il centesimo giorno di scuola! Un’occasione speciale per lavorare in matematica sul numero 100 e sul concetto di centinaio, ma anche per ragionare sul 100 come denominatore nelle frazioni, ripassare le percentuali e – perché no – anche le misure di superficie.

Per quest’anno ho preparato qualcosa di molto colorato che – spero – vi aiuterà a fare lavorare i vostri alunni in un clima di festa e divertimento…quest’anno schede a tema POP-IT!!!

Ve le descrivo: la prima – nella quale si devono inserire tutti i numeri fino a 100 in un POP IT cartaceo – è pensata per i bambini di prima e seconda e, oltre ad essere una semplice scheda, se plastificata si presta a diventare un funzionale strumento compensativo.

La seconda invece, adatta a bambini delle classi dalla terza alla quinta, fa ragionare i bambini sul valore che acquista il 100 nel mondo dei numeri razionali mettendone a confronto i diversi registri semiotici: frazioni, numeri decimali e percentuali.

Che ne dite? Vi piacciono? Come sempre aspetto il vostro parere nei commenti ma prima vi auguro un felicissimo anzi scoppiettante 100esimo giorno di scuola!

Numero del giorno…2023!

Come sapete quella del NUMBER OF THE DAY è una pratica consolidata nella didattica della matematica internazionale che permette di conoscere approfonditamente un numero: la sua semantica (quanto vale), la sua sintassi (come si può scomporre), il suo lessico (trascrizione in parola) e tanto altro!

E’ una routine preziosa che è bene mantenere dalla prima alla quinta, se non si riesce quotidianamente anche settimanalmente.

Per il nuovo anno appena iniziato ho pensato di mantenere fede alla tradizione che adoro di preparare schede NUMBER OF THE DAY a tema anno nuovo e metterle a disposizione (come sempre gratuitamente) sul blog.

Eccole! Spero vi piacciano!!!

Number bonds per il training matematico quotidiano

I NUMBER BONDS (letteralmente tradotto “legami numerici”) sono rappresentazioni grafiche che mostrano la “sintassi” dei numeri, ovvero come i numeri sono composti o combinati. Rientrano nella strategia essenziale della matematica di Singapore che riflette l’essenziale natura dei numeri ovvero “PARTE-PARTE-TUTTO”.

Sono rappresentati da cerchi – o altre forme – collegati tra loro da linee. Il “tutto” è scritto nel primo cerchio (che può essere sopra o sotto) mentre le “parti” sono nei cerchi adiacenti.

Poiché è molto importante inserire i NUMBER BONDS nella quotidianità didattica alla scuola primaria (nella loro forma semplice in prima e seconda e nella forma più complessa dalla terza in poi) ho preparato alcune schede che si prestano per l’allenamento giornaliero.

Come sempre le condivido gratuitamente con voi, spero tanto potranno essere utili!

Ahh, quasi dimenticavo: una buona opzione è plastificarli per poterli riutilizzare, scrivendo con pennarellino da lavagna magnetica, più e più volte. Mi raccomando, aspetto i vostri pareri nei commenti!

10 cose da sapere su Fibonacci

Come ormai si sa, il 23 novembre in tutto il mondo viene celebrato come “Il giorno di Fibonacci”Fibonacci day – perché quando la data è scritta nel formato mm/gg (11/23), le cifre della data formano la parte iniziale della sequenza di Fibonacci: 1,1,2,3. La sequenza di Fibonacci è una serie di numeri in cui un numero è la somma dei due numeri precedenti. ad esempio: 1, 1, 2, 3…: qui, 2 è la somma dei due numeri che lo precedono (1+1). Allo stesso modo, 3 è la somma dei due numeri che lo precedono (1+2), ecc.

Ormai è consuetudine per me – da grande appassionata della Spirale Aurea quale sono – preparare risorse gratuite per i nostri bambini allo scopo di mostrare loro la SPIRALE, spiegargli come è stata scoperta e fare loro conoscere Leonardo Pisano. Le risorse che ho preparato quest’anno mi piacciono tantissimo, spero anche a voi!!
Prima però vi riposto quelle degli anni precedenti, che potrebbero esservi utili: per andare all’articolo basta cliccare sull’immagine.

Ma ecco ciò che ho pensato per quest’anno:

  • una SCHEDA per fare conoscere LEONARDO PISANO come “persona” e matematico intitolata “DIECI COSE DA SAPERE SU FIBONACCI”.
  • Una scheda per IMPARARE A DISEGNARE LA SPIRALE AUREA, con step guidati passo passo.
  • Un TEMPLATE per realizzare la SPIRALE AUREA ZENTANGLE!

Eccoli a seguire:

Che ne dite? Mi raccomando fatemi anche sapere se piacciono ai vostri alunni e bimbi! Buon Fibonacci day a noi anime matematiche!!!

“Al di là della scuola del merito c’è la scuola della relazione e dell’impegno”. L’INTERVISTA

A qualche giorno di distanza dalla notizia del cambio del nome al Ministero della Pubblica Istruzione con l’inserimento della parola MERITO e in occasione della Giornata Mondiale della Gentilezza ho individuato nel dott. Francesco Babbini – psicoterapeuta Cognitivo Costruttivista che da anni si interessa di apprendimento e si occupa di prevenzione al bullismo – chi poteva chiarirmi profondi dubbi sul senso del “fare scuola”. Ne è emersa un’intervista ricca di spunti di riflessione e di approfondimento per me illuminante che potete leggere a seguire.

La pandemia ha segnato profondamente tutte le relazioni, quelle tra adulti e quelle tra adulti e bambini: quanto pensi che sia importante per un alunno il rapporto con il proprio insegnante per migliorare la qualità della propria vita e del proprio apprendimento e come fare per rendere questo rapporto positivo?

A mio parere, avere una buona relazione con gli insegnanti è un prerequisito essenziale perché l’alunno possa apprendere figuriamoci quanto questo possa impattare in termini di qualità di vita. Questo lo dico soprattutto pensando ai più piccoli e quelli in cui il linguaggio non aveva raggiunto una complessità tale da poter compensare le restrizioni relazioni a cui la pandemia ci aveva costretto.

Humberto Mauturana, che con Francisco Varela ha scritto due libri fondamentali ma anche introvabili oggi (L’albero della conoscenza” e “Autopoiesi e cognizione”), riteneva che la comunicazione non fosse un semplice passaggio dell’informazione da un soggetto ad un altro ma un processo di condivisione e di co-costruzione di significato possibile solo quando tra le persone si è creata una relazione e una cultura/linguaggio condiviso.

Detto questo, non conoscendo la ricetta generale che favorisce la creazione di rapporti positivi tra insegnante e alunni, mi limiterò a citare quelli che ritengo essere i suoi ingredienti  principali.

  • Il primo è quello di considerare gli alunni, anche quando molto piccoli, come esseri attivamente impegnati nel processo di conoscenza. Quello della conoscenza infatti non può che essere un processo attivo in cui le nuove informazioni vengono filtrate per essere poi “semplicemente” assimilate o integrate attraverso un processo di accomodamento (risistemazione) di quelle già assimilate (Piaget , L’epistemologia Genetica)

Proprio per questo si potrebbe anche sostenere che la misura dell’apprendimento non può essere mai direttamente riconducibile alla mera attività dell’insegnante.

  • Il secondo ingrediente è provare a coltivare una sorta di curiosità verso le diverse modalità di apprendimento degli alunni.

Riconoscere e rispettare le peculiarità degli alunni può aiutare anche a bilanciare il concorso di responsabilità, alleggerendo in parte il carico di responsabilità degli insegnanti e, forse, aumentare la consapevolezza degli studenti e quindi anche la loro autostima.

  • Il terzo ingrediente principale credo infine sia la fiducia. Qui mi devo anche confessare. Purtroppo, o per fortuna, non sono stato un ottimo studente ma, della mia storia scolastica, ricordo abbastanza bene la differenza di atteggiamento di chi mi criticava con l’intenzione di stimolarmi e di chi invece mi criticava solo per categorizzarmi come ragazzo svogliato e poco dotato.

Maturana diceva che “L’amore ci dà la possibilità di condividere la vita e il piacere di vivere esperienze con altre persone. Questa dinamica relazionale è all’origine della vita umana e ha determinato l’emergere del linguaggio, responsabile dei legami della comunicazione e che include azioni, emozioni e sentimenti “.

Per ridurre il pathos potremmo qui declinare l’amore al concetto di accettazione, dove accettare significa comprendere e rispettare l’altro per creare un clima di fiducia e distensione che faciliti la comunicazione e quindi anche l’apprendimento.

Ormai si è sempre più consapevoli del pericolo della classificazione e delle etichettea scuola, il rischio di etichettare anche se in buona fede è costante e ci porta ad attenzionare più ciò che non funziona e i limiti di un alunno. Quali secondo te etichette in cui è più facile incappare e come evitarle?

Io credo che le etichette più pericolose oggi nelle scuole siano quelle relative ai disturbi dell’apprendimento.

Professionalmente ammetto di non essermi mai troppo avvicinato a questo campo di studi, che sicuramente è stato di utilità per molti ragazzi che faticano ad integrarsi ad un programma didattico forse troppo incalzante.

Il mio rapporto professionale con la scuola è più legato alle dinamiche relazionali tra studenti, insegnanti e genitori soprattutto declinate nei progetti di prevenzione del bullismo.

In queste mie esperienze ho potuto conoscere molti studenti inizialmente molto inibiti dall’etichetta ricevuta che mi chiedevano: “posso scrivere anche io?”.

Ragazzi molti intelligenti e con pensieri spesso complessi ma soprattutto mediamente molto originali ed innovativi che neppure gli errori grammaticali riscontranti ne riducevano il senso.

Non penso che le categorie siano da bandire in assoluto, anzi in un mondo complesso probabilmente possono aiutare a non sentirsi persi. Penso tuttavia che sia molto probabile che sentirsi categorizzati possa non essere piacevole, eccessivamente stabilizzante (rischia di rallentare il processo di apprendimento) e deresponsabilizzante (sono fatto così, non ci posso fare niente!).

Da qualche parte ho letto che pure Albert Einstein, stando a informazioni sulla sua scrittura e sulla forma di pensiero immaginativa, oggi sarebbe probabilmente rientrato nella categoria dei dislessici e disortografici. Mi sono chiesto che effetto avrebbe avuto su di lui una tale diagnosi. Non potendo avere risposta resterò col dubbio che, prima di ricorrere all’etichetta quantitative  di “disturbo dell’apprendimento”, possa risultare maggiormente utile utilizzarne di qualitative e proposizionali tipo “percorsi di apprendimento”.

Mi rendo conto tuttavia che con tutti i problemi che la scuola sta attraversando, tra classi pollaio, problemi di organico e precariato, questo comporterebbe un cambio di paradigma metodologico che l’istituzione non sarebbe in grado di affrontare se non scaricandola sulle spalle già troppo cariche degli insegnanti.

E per quanto riguarda l’insegnamento-apprendimento della matematica?

Sulla matematica secondo me è un problema di pregiudizio piuttosto che di categorie. Tante volte ho sentito dire che gli studenti più bravi in matematica sono maschi e se asiatici ancora meglio.

Non so se effettivamente siano state riscontrate delle differenze strutturali e/o funzionali a livello della corteccia cerebrale o di tipo culturale ma vero il rischio, in questo caso, credo sia “solo” la profezia che si autoavvera.

Personalmente, se effettivamente si dovesse numericamente riscontrare una differenza di genere o di cultura, mi chiederei più con quali altre modalità di insegnamento le differenze potrebbero ridursi.

Oggi la matematica è ancora troppo spesso collegata alla razionalità e alla concretezza e troppo poco alla logica e alla creatività. Considerato che il mondo in cui viviamo è invece guidato dall’economia, dall’informatica e dalla statistica, quindi dai numeri, sarebbe utile che il contributo arrivasse da quante più persone possibili.  

Ultimamente il cambio di nome che ha riguardato il Ministero dell’Istruzione ha generato un enorme dibattito e tantissime proteste da parte degli insegnanti per la presenza della parola MERITO. Tu cosa ne pensi? Quali i rischi di una “SCUOLA DEL MERITO”?

Su questa domanda devo ammettere di fare fatica a non avvertire un po’ di irritazione.

Io credo, o spero, sia stata solo una scelta politica per acquisire consenso in un paese che ha sempre avuto problemi a riconoscere e valorizzare i meritevoli.

Tuttavia, letto così, il merito sembrerebbe applicabile sia agli studenti che agli insegnati/lavoratori.

Nel caso degli studenti io direi che l’etichetta merito sia totalmente inappropriata rispetto alla funzione che ho sempre attribuito alla scuola e che Enrico Galiano ha riassunto così: ”la scuola non è il posto dove si premiano i migliori: è quello dove si va a tirare fuori il meglio da ciascuno studente e studentessa…”

Avere un ottimo rendimento scolastico sicuramente è un comportamento da valorizzare, di cui andare fieri ma col termine “merito” si rischia di dividere gli studenti in serie B e studenti di serie A.

Il percorso di apprendimento dei bambini/ragazzi spesso non è costante e categorizzare il merito troppo frettolosamente o troppo superficialmente rischierebbe, a mio parere, di allontanare dalla scuola proprio i ragazzi che avrebbero più bisogno di essere avvicinati.

Questa che pure potrebbe sembrare un polemica secondo me è una questione sostanziale che poteva essere evitata rimandando a valori diversi come l’impegno la partecipazione perché non avrebbe rischiato di intaccare la fiducia degli studenti che più avrebbero bisogno di trovarla.   

Sempre parlando di merito, quali sono le caratteristiche di un insegnante “meritevole”? Cosa fa di un insegnante un buon insegnante?

Questa è una domanda alla quale mi piacerebbe davvero dare una risposta anche perché, troppo spesso, gli insegnanti diventano il parafulmine di un sistema che negli ultimi anni anziché essere riformato è stato forse solo rattoppato.

Si dice che l’insegnante, per fare il proprio lavoro, debba essere capace di sedurre, catturare l’attenzione dei ragazzi, rinvigorire la loro voglia di conoscenza aiutandoli nel compito di dare senso alle proprie esperienze.

Messa così sembra che il prerequisito di un insegnante sia quello di essere un semidio!

Seppure come ideale (il saggio maestro)  piaccia molto anche a me ritengo che qui non più che di merito quanto più si debba parlare di eccellenza.

L’insegnante è sicuramente una professione complessa e di estrema responsabilità ma resta pur sempre un lavoro fatto da persone che per essere definite meritevoli non devono e non possono essere necessariamente accostate a delle figure mitologiche.

Allontanandosi da questa strada tuttavia il rischio sembra diventare quello opposto: cercare dei parametri puramente quantitativi che misurano esclusivamente il rendimento degli alunni magari attraverso degli appositi test.

Un’eccessiva semplificazione del lavoro che un insegnante svolge e che non tiene di conto di troppe variabili.

Io dico che prima di stabilire quali siano le caratteristiche di un insegnante meritevole bisognerebbe stabilire quale sia la funzione principale a cui è chiamata la scuola. Una distinzione non di poco conto. Per esempio potremmo pensare che il principale obiettivo della scuola sia quello di preparare i ragazzi a competere nel mondo del lavoro. Oppure pensare che la scuola abbia un obiettivo più sociale: contribuire alla formazione di una futura società più equa, consapevole e quindi adattabile ai contesti sociali in continui mutamenti.

Due obiettivi anche in contraddizione tra loro.

Infine, tornando alla parola iniziale RELAZIONE, come dovrebbe essere una relazione ottimale anche tra l’insegnante e il proprio dirigente scolastico?

Io mi sono formato come terapeuta costruttivista, una teoria sviluppata in psicologia da George Kelly. Secondo questo approccio le persone sono continuamente impegnate in una relazione duale con l’ambiente circostante: conoscono il mondo mentre conoscono sé stesse. Questo implica che tanto meno chiaro mi è il mondo in cui sono immerso tanto meno chiara sarà l’idea di chi sono e/o cosa mi sta accadendo.

Viceversa tanto più chiaramente la persona è in grado di definire sé stessa tanto più definito sarà il mondo esterno.

Ne va di conseguenza che avere una maggiore chiarezza del contesto può aiutare a programmare le nostre azioni anticipandone gli effetti sul contesto.

Senza addentrarmi troppo, col rischio di complicare la faccenda, io penso che sia fondamentale per un insegnante avere una relazione sincera col dirigente scolastico. Una relazione che minimizzi il più possibile le ambiguità e che possa chiarire il ruolo che si è chiamati a ricoprire.  Definire i ruoli a mio parere è il prerequisito per creare un rapporto di fiducia. Sentire che l’altro comprende e rispetta quello che sono può aiutare a concentrare la nostra attenzione su quello che faccio per cercare di farlo al meglio mettendo in discussione sé stessi solo in minima parte e solo se necessario. 

Chi è il dott. Francesco Babbini?

Il Dott. Babbini si è laureato in Psicologia presso l’Università degli Studi di Firenze nel 2003 con una tesi di ricerca  sperimentale sui processi di apprendimento e memoria.

Si è specializzato in Psicoterapia nel 2011presso il CESIPc (Centro Studi in Psicoterapia Cognitivo Costruttivista) di Firenze. 

Nel Campo della ricerca ha maturato la sua esperienza al CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) di Pisa, dipartimento di Neurobiologia (2002-2003). Lo studio ricercava evidenze sul ruolo che le influenze ambientali e i processi neurobiologici svolgono sui processi cognitivi di Apprendimento e Memoria.

Il Dott. Babbini opera come libero professionista nella provincia di Firenze dal 2012, e dal 2020 anche nella provincia di Prato. Come formatore ha tenuto diversi seminari nel campo della comunicazione e sul tema della conoscenza di sé dal 2015 al 2017. Sempre dal 2019 è coordinatore in Toscana del progetto di prevenzione al bullismo “Stop Bullyng 2.0” e poi di “Crescere Insieme”  promosso ed organizzato da Sipea in collaborazione con Csen.

Una settimana per celebrare la GENTILEZZA

Come ogni anno, il 13 Novembre si celebra in tutto il mondo la GIORNATA MONDIALE DELLA GENTILEZZA.

La Giornata mondiale della gentilezza è stata lanciata per la prima volta nel 1998 da The World Kindness Movement, un’organizzazione formata in una conferenza di Tokyo del 1997 da organizzazioni di tutto il mondo aventi la stessa intuibile mission. Attualmente ci sono oltre 28 nazioni coinvolte nel World Kindness Movement che non è affiliato ad alcuna religione o movimento politico. La missione del World Kindness Movement e della Giornata mondiale della Gentilezza è creare “un mondo più gentile” ispirando individui e nazioni verso una comportamenti rispettosi e di cura.

Quest’anno questa giornata così speciale e importante – soprattutto per noi educatori – accade in un giorno festivo ovvero la domenica, ma questo non deve essere affatto un deterrente che ne limiti la celebrazione. Come ogni anno è nostro dovere in questa occasione ricordare ai nostri studenti e/o figli il valore dell’essere umani, dell’agire nel bene e con modi gentili, sfruttandone gli spunti anche per lavorare in EDUCAZIONE CIVICA.

L’occasione sarà perciò tutta la SETTIMANA DELLA GIORNATA DELLA GENTILEZZA al termine della quale in classe – dopo eventualmente avere annotato i comportamenti di cura che i nostri alunni dimostreranno verso i compagni e verso di noi – premiare i bambini con MINIATTESTATI da incollare sui quaderni. Eccoli!

Se poi siete in cerca di altre idee, ecco il link diretto all’articolo dell’anno scorso

Che aggiungere…spero davvero che questa idea vi piaccia e…celebriamo la gentilezza più che possiamo!

Matematica mostruosa: schede gratuite di geometria Halloween style!

Come sapete adoro il mese di Ottobre, io – da autrice della serie Erickson I misteri matematici di Villa Tenebra – trovo in questo mese una marea di spunti per le mia matematica Halloween style un bel po’ anche Villa Tenebra style!

Ormai in questo mese ogni anno è una tradizione del blog che io condivida gratuitamente schede paurose con voi, e lo faccio con enorme piacere! Il 2022 è l’anno della…GEOMETRIA!

Ecco quindi un percorso di geometria piana trasversale che va delle prime classi (distinzione POLIGONI/NON POLIGONI) alla quinta (POLIGONI REGOLARI). Potete trovare le schede sia in bianco e nero che a colori.

SCHEDA 1 BIANCO E NERO
SCHEDA 2 BIANCO E NERO

Ma come sapete adoro anche il GEOPIANO, favoloso strumento che ci permette di lavorare su tantissimi aspetti della geometria piana (linee, angoli, poligoni, ecc.), su spazialità e coordinazione oculo manuale.

Ho quindi creato due schede di modelli per geopiano, la prima per il primo biennio, la seconda perfetta dalla terza alla quinta. Se non avete un geopiano in classe potete divertirvi usando un artefatto online: il mio preferito è sempre il GEOPIANO MATHLEARNING CENTER.

Per come sono strutturate le schede comunque si può lavorare anche solo sul quaderno copiando i modelli sul template che trovate qui sotto: a voi la scelta!

SCHEDA GEOPIANO PRIMA E SECONDA

SCHEDA GEOPIANO TERZA, QUARTA, QUINTA

Che ne dite? Vi piacciono?

Io mi sono tanto tanto divertita!!!! Aspetto i vostri pareri nei commenti!

Ripartire insieme alla grande: le nostre proposte per il rientro a scuola

Tra qualche settimana ripartirà la scuola e con le amiche del blog Le Vie Maestre ci chiedavamo come aiutare colleghe e colleghi che si apprestano al nuovo inizio, molti non sapendo purtroppo ad ora neanche in quale classe nè in quale scuola vivranno questo nuovo inizio.

E’ nata perciò la rubrica CONDIVISA “RIPARTIRE INSIEME ALLA GRANDE” con la quale in questi giorni vi proporremo percorsi interdisciplinari che partono per ogni classe da un ALBO ILLUSTRATO, percorsi assolutamente semplici da realizzare per i quali non saranno necessari materiali straordinari o mille ore di preparazione.

Iniziamo oggi con il percorso per la classe prima! Partiremo dall’albo “Il punto” di P. H. Reynolds per proporre ai bambini attività grafiche, attività di prescrittura e primissimi elementi di geometria. Noi siamo entusiaste e ci siamo anche tanto divertite, speriamo piacciano anche a voi!!!

“Il punto” di Peter H. Reynolds è un bellissimo albo illustrato ideale per progettare e costruire attività di accoglienza i primi giorni di scuola Primaria. Il famoso “punto” protagonista della storia può diventare nelle prime settimane di scuola, dedicate all’accoglienza, il filo conduttore per attività strutturate in ottica trasversale.

ATTIVITA’ GRAFICHE A TEMA: Come la protagonista del libro, i bambini potranno “firmare” il loro punto, la loro prima opera d’arte realizzata alla scuola Primaria. Il punto potrebbe così essere un bellissimo cerchio di cartone colorato con le tempere e “firmato” da loro proprio il primo giorno di scuola; una volta asciutti, i punti potranno essere legati tra loro ed essere esposti nell’atrio della scuola.

ATTIVITA’ SUL QUADERNO DI ITALIANO A TEMA: Nei giorni successivi il punto potrebbe rimpicciolirsi e fare la sua entrata nel quaderno utilizzato dai bambini, per diventare il soggetto dei primi ritmi e cornicette.

ATTIVITA’ SUL QUADERNO DI MATEMATICA A TEMA

Distribuiamo un foglio di album ad ogni bimbo, sul quale ognuno dovrà disegnare un punto e partendo da questo punto con i pastelli tracciare linee che rappresentino il suo stato d’animo del momento. 

  • Linee “agitate” se si sente agitato.
  • Linee “tranquille” se si sente tranquillo.
  • Linee “un po’ e un po’” se è entrambe le cose a seconda dei momenti.
  • Linee “attorcigliate” se le emozioni sono tanto forti da non saperle descrivere, ecc.

I fogli o verranno incollati sul quaderno di matematica o verranno ritirati per allestire una mostra, nei giorni seguenti si discuterà con i bambini su quali opere d’arte hanno qualcosa in comune per intraprendere un discorso sulle emozioni e sulle basi della geometria.

Vi piacciono queste idee? Fatemelo sapere nei commenti! Ahhh, non perdetevi da lunedì l’appuntamento con le classi dalla seconda in poi!

RispondiInoltra